L' idrokinesiterapia è un trattamento riabilitativo eseguito in acqua preferibilmente riscaldata a scopi terapeutici
L'acqua possiede importanti qualità fisiche:
L'idrokinesiterapia è indicata sia nell'ambito della riabilitazione ortopedica che neuromotoria, ed inoltre risulta essere molto utile soprattutto nell'ambito sia pre-operatorio che post-operatorio in quanto consente al paziente dei movimenti che al di fuori dell'acqua sarebbe impossibili realizzare.
Controindicazioni:
Ferite aperte, problemi dermatologici, allergie alle sostanza chimiche come il cloro, idrofobia,
La metodica lionese è una tecnica riabilitativa molto efficace nel trattamento delle patologie ortopediche della spalla, fondata sull’Earlier Passive Motion e sul recupero prioritario dell’elevazione anteriore passiva nel piano scapolare sia nel trattamento in palestra che in piscina.
Le sedute di idrokinesiterapia effettuate in acqua calda ad una temperatura di 34/35°C rivestono un importante ruolo terapeutico in caso di spalle dolorose e rigide, purché siano sempre osservati i principi fondamentali della rieducazione:
Gli esercizi vengono selezionati dal riabilitatore in base ai casi clinici ed indicati al paziente attraverso un protocollo individuale personalizzato. Le pause di recupero tra i vari esercizi rivestono un ruolo fondamentale per ottenere un totale relax, obiettivo primario per un trattamento ideale.
Gli esercizi in posizione ortostatica sono:
Gli esercizi in clinostatismo (svolti in cintura con l’ausilio di una maschera e di un boccaglio) sono:
Il recupero dell’elevazione può essere effettuato anche in immersione, dove il paziente dotato di una cintura piombata di 6-8 kg deve sdraiarsi sul fondo della piscina ad una profondità di circa 1-1,30 m. L’esercizio consiste nel chiedere al paziente di automobilizzarsi, avendo le mani unite con le dita intrecciate, con un tempo in apnea di circa 15-20 secondi. Questo tipo di esercizio è particolarmente indicato per le spalle fragili e sensibili, poiché il braccio evolve in assenza di peso totale; in queste condizioni la spinta di Archimede favorisce l’elevazione delle mani in verticale ma soprattutto ne rallenta la loro discesa all’indietro.
L’elevazione anteriore nel piano scapolare costituisce il movimento più importante e può essere cominciato sin dalle prime sedute grazie all’utilizzo di una cintura leggermente elastica, agganciata al corrimano, che indossata dal paziente è posizionata al livello del bacino, permettendo la disposizione del corpo in posizione obliqua o orizzontale sulla superficie dell’acqua. L’orizzontalizzazione del corpo in cintura è molto importante e va ricercata pian piano durante il percorso riabilitativo, perché regola i progressi in elevazione anteriore del braccio fino a raggiungere i 180°. L’utilizzo di un cerotto idrorepellente, applicato sulle vie di accesso all’intervento chirurgico, rendono possibile il trattamento in acqua già dopo 4/5 giorni dall’operazione.
Come ha insegnato Neer e come descrisse già Saha nel 1950, l’obiettivo primario per il paziente è il raggiungimento della “zero posizione” ovvero l’elevazione anteriore della spalla a 150 ° nel piano scapolare, che corrisponde al piano intermedio tra quello sagittale e coronale.