Idrokinesiterapia

L' idrokinesiterapia è un trattamento riabilitativo eseguito in acqua preferibilmente riscaldata a scopi terapeutici

I benefici dell'acqua

L'acqua possiede importanti qualità fisiche:

  1. spinta idrostatica (la spinta di Archimede).
    Il principio di Archimede afferma che ogni corpo immerso in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l'alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato.
  2. la pressione idrostatica.
    La pressione esercitata dall'acqua agisce sul flusso circolatorio linfatico favorendo la riduzione degli edemi. Una temperatura adeguata dell'acqua consente rilassamento muscolare, migliora la circolazione ed, insieme allo stimolo pressorio, agisce sulla percezione del dolore aumentandone la soglia.
  3. la viscosità.
    L'effetto della viscosità influisce sulla resistenza opposta dall'acqua ai movimenti, quindi il segmento articolare spostato troverà una resistenza proporzionale all'accelerazione con la quale si muove.

Quando viene consigliata l'idrokinesiterapia?

L'idrokinesiterapia è indicata sia nell'ambito della riabilitazione ortopedica che neuromotoria, ed inoltre risulta essere molto utile soprattutto nell'ambito sia pre-operatorio che post-operatorio in quanto consente al paziente dei movimenti che al di fuori dell'acqua sarebbe impossibili realizzare.

Controindicazioni:
Ferite aperte, problemi dermatologici, allergie alle sostanza chimiche come il cloro, idrofobia,

La metodica lionese

La metodica lionese è una tecnica riabilitativa molto efficace nel trattamento delle patologie ortopediche della spalla, fondata sull’Earlier Passive Motion e sul recupero prioritario dell’elevazione anteriore passiva nel piano scapolare sia nel trattamento in palestra che in piscina.

Le sedute di idrokinesiterapia effettuate in acqua calda ad una temperatura di 34/35°C rivestono un importante ruolo terapeutico in caso di spalle dolorose e rigide, purché siano sempre osservati i principi fondamentali della rieducazione:

  • il non dolore;
  • il rispetto dei movimenti richiesti;
  • il rispetto delle pause e del ritmo nell’esecuzione degli esercizi.

Gli esercizi vengono selezionati dal riabilitatore in base ai casi clinici ed indicati al paziente attraverso un protocollo individuale personalizzato. Le pause di recupero tra i vari esercizi rivestono un ruolo fondamentale per ottenere un totale relax, obiettivo primario per un trattamento ideale.

Gli esercizi in posizione ortostatica sono:

  • l’elevazione anteriore nel piano scapolare;
  • le bracciate semplici davanti al corpo tipo “rana”;
  • la flesso – estensione degli arti superiore tipo “marcia”;
  • la rotazione esterna tipo “preghiera” in ER1
  • la rotazione interna mano-dorso
  • la rotazione esterna tipo “siesta” in ER2

Gli esercizi in clinostatismo (svolti in cintura con l’ausilio di una maschera e di un boccaglio) sono:

  • l’elevazione anteriore nel piano scapolare;
  • le bracciate semplici davanti al corpo tipo “rana”;
  • la flesso – estensione degli arti superiore tipo “marcia”

Il recupero dell’elevazione può essere effettuato anche in immersione, dove il paziente dotato di una cintura piombata di 6-8 kg deve sdraiarsi sul fondo della piscina ad una profondità di circa 1-1,30 m. L’esercizio consiste nel chiedere al paziente di automobilizzarsi, avendo le mani unite con le dita intrecciate, con un tempo in apnea di circa 15-20 secondi. Questo tipo di esercizio è particolarmente indicato per le spalle fragili e sensibili, poiché il braccio evolve in assenza di peso totale; in queste condizioni la spinta di Archimede favorisce l’elevazione delle mani in verticale ma soprattutto ne rallenta la loro discesa all’indietro.

L’elevazione anteriore nel piano scapolare costituisce il movimento più importante e può essere cominciato sin dalle prime sedute grazie all’utilizzo di una cintura leggermente elastica, agganciata al corrimano, che indossata dal paziente è posizionata al livello del bacino, permettendo la disposizione del corpo in posizione obliqua o orizzontale sulla superficie dell’acqua. L’orizzontalizzazione del corpo in cintura è molto importante e va ricercata pian piano durante il percorso riabilitativo, perché regola i progressi in elevazione anteriore del braccio fino a raggiungere i 180°. L’utilizzo di un cerotto idrorepellente, applicato sulle vie di accesso all’intervento chirurgico, rendono possibile il trattamento in acqua già dopo 4/5 giorni dall’operazione.

Come ha insegnato Neer e come descrisse già Saha nel 1950, l’obiettivo primario per il paziente è il raggiungimento della “zero posizione” ovvero l’elevazione anteriore della spalla a 150 ° nel piano scapolare, che corrisponde al piano intermedio tra quello sagittale e coronale.

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